Direzionale dozzinale blog di tubature

sabato, novembre 13, 2010

Addosta'Saviano

E’ appena terminato Vieni Via con me, evento televisivo che ha riportato nei nostri piccoli cubi catodici ( e di cemento) Roberto Saviano, Roberto Benigni, il maestro Abbado.
Ho atteso l’evento come molti di voi con trepidazione e curiosità e l’ho guardato comodamente sul divano con attenzione ( e dopo aver fatto i piatti). Mia moglie con grande tenerezza ha giocato con la piccola peste e poi la famiglia si è addormentata placidamente …ed io sono rimasto li solo con i mie pensieri. Alcune parole, suoni, dubbi risvegliano la bellezza del pensiero. Che trascina proprio come il titolo della bella canzone di Conte.
Non ho amato la trasmissione, non ho apprezzato Saviano ne Benigni ( se non la splendida canzone sulla proprietà) ma mi sono lasciato rapire dalle parole del maestro Abbado.
Durante la visione ho annotato alcune parole su un piccolo quadernetto con le ranocchie….
Classificare il futuro, …la fiducia nelle istituzioni, …il senso dello stato, la responsabilità civile, ...la confusione tra indipendenza e arbitrio……

Nella mia vita non ho mai amato le classificazioni ( non me ne vogliano gli autori che ne hanno fatto il leit motiv)
Conosco il paese dove vivo. Conosco le sue contraddizioni, conosco la lavagna dove ho scritto da un lato resto mentre dall’altro scrivevo vado….
Forse sono diventato anche io una contraddizione perché dico di conoscere un paese che forse è sconosciuto. Un paese in cui da una parte si elogia il buon vino di terzigno e dall’altro si mette la monnezza nelle botti. Un paese in cui il lacrima crhisti è diventato un mojito da quattro soldi.
Un paese dove ci si abbraccia sul divano di maria e si uccide per uno sguardo o una parola di troppo.
La famiglie in campi minati e sotto le cluster bomb. Come in un grande reality…sei stato nominato devi morire…non ce l’hai licsfactor ti devi puzzare di fame….
Il paese che vorrei è un altro. Non le state a sentire le contraddizioni.
Nel “mio” paese è necessario reinventare l’abbecedario ed insegnare ai nostri figli che la parola gay non esiste, perché le differenze seppur importanti non devono essere rinchiuse nel ghetto della discriminazione della parola stessa. Che precario è solo un equilibrista un po instabile e insicuro sul filo. …Insegnare il senso del lavoro e la grandezza della risata. Un po come trovare sempre lo spazio per aggiungere una seggiola in piu per sedersi insieme a tavola. Spartirsi le briciole di pane ma anche il fumo dell’arrosto.
Un paese in cui la cultura non sia catena ne lamiera ma offra concretamente la possibilità di volare.
Un paese in cui etica e senso civico spolverino le pagliuzze televisive e sostengano i capolavori di Pompei come grandi e grossi tubi innocenti.
Questo è il mio paese. Un paese che per citare Tenco nella splendida “un giorno dopo l’altro” non lasci nessuno a casa deluso guardando la nave che va (“La nave ha già lasciato il porto
e dalla riva sembra un punto lontanoqualcuno anche questa sera torna deluso a casa piano piano".)
E’ questo il paese che vorrei.
Lontano dal savianesimo.
Applaudire Saviano per il suo gran sentire, indossare la maschera di Roberto, gridare per strada Siamo tutti Saviano e poi vivere dentro le mille contraddizioni legate alla melma che ci circonda anzi ...contribuire ulteriormente ad alimentare questo mare di merda.
vieni....
vieni via con me.....